A questa stasi della natura, a quel
freddo distacco da geometri, si oppose il Futurismo
italiano di Umberto Boccioni con il suo dinamismo, che
si proponeva di unire gli sforzi impressionisti e gli
sforzi cubisti in un tutto per dare una forma unica,
integrale e dinamica all'idea di vibrazione (dinamismo
impressionista) e all'idea di volume (statica cubista):
" Se per gli Impressionisti l'oggetto è
un nucleo di vibrazioni che appaiono come colore, per
i Futuristi l'oggetto è un nucleo di direzioni
che appaiono come forma. Nella caratteristica potenzialità
di queste direzioni noi troviamo lo stato d'animo plastico
Occorre
che le sensazioni naturali suggeriscano al pittore degli
stati di colore, degli stati di forma, in modo che forme
e colori esprimano in sé, senza ricorrere alla
rappresentazione formale degli oggetti, né di
parte di essi. I colori e le forme devono perciò
divenire concetti architettonici
dettare attraverso
l'emozione il ritmo di segni, volumi, piani, gamme astratte
e concrete, che saranno per l'occhio ciò che
il sonoro e non la musica sono per l'udito
Occorre
quindi che le forme e i colori rappresentino e comunichino
un'emozione plastica, avvolgendo nel ritmo plastico
colui che osserva, ricorrendo il meno possibile alle
forme concrete (oggetti) che lo hanno suscitato".
(U.Boccioni, Estetica e Arte futuriste, Milano, 1946)
E' questa la parte più audace della teoria boccioniana,
che rasenta l'assurdo quando afferma l'esigenza della
simultaneità, quale meta inebriante dell'arte
futurista ,che si ottiene creando "un nuovo dramma
nel quadro che ci dia la possibilità di riunire,
per esempio, attorno al l'oggetto che ci sta davanti
agli occhi, elementi o parti (analogicamente necessarie)
degli oggetti che ci stanno intorno, dietro le spalle,
lontano da noi, che passarono, ci commossero e non torneranno
più". (U.Boccioni, opera citata)
Simultaneità, dunque è l'assurdo che scompone
la serie temporale, per cui al presente si unisce il
passato; la visibilità diventa allora un fatto
complesso, non più angolare-prospettico, ma circolare-poliedrico:
"Non si tratta come tutti credono di fare soltanto
una pittura astratta, intellettuale: si tratta, oltre
a ciò, di attuare e rendere plastico e concreto,
attraverso un raffinamento della sensibilità,
quello che finora era considerato incorporeo, implasmabile,
invisibile". (opera citata)
Teoria quasi intraducibile in pratica, almeno con i
mezzi oggi disponibili al pittore, il Futurismo potè
offrire soltanto presupposti tecnici all'Astrattismo
che stava dilagando ormai in tutto il mondo come espressione
del suo tempo: l'umanità era in fuga dopo la
strage, in fuga dalla paura, dalla caduta di valori
e di ideali . L'Astrattismo con i suoi postulati non
figurativi ha aderito al senso di catastrofe che pervase
l'umanità' subito dopo lo scoppio di Hiroshima.
Le naturali tendenze all'imitazione e riproduzione della
realtà oggettiva, che costituivano un intangibile
privilegio dell'uomo e che con il classicismo ed il
romanticismo avevano soddisfatto anche l'esigenza umana
di identificazione con la propria opera. L'Astrattismo
rifugge dall'imitazione della realtà, come da
un pericolo. E' la nostra vita di ogni giorno che gli
appare come un enigma.
L'Astrattismo è la conferma della nostra impotenza
di fronte a questo enigma, la dimostrazione della squallida,
scoraggiante incapacità dell'artista di svolgere
il suo ruolo di interprete del proprio tempo. Insofferente
ad ogni richiamo procede in questa ansia di significare,
ma senza quegli impulsi spirituali che davano fascino
alle tendenze innovatrici che l'hanno preceduto, dal
Cubismo al Surrealismo.
I posteri, forse, ci invidieranno questo periodo di
transizione di un'Arte ancora tutta da scoprire, in
cui l'uomo come un forsennato picchia disperatamente
a tutte le porte. Un periodo in cui l'Astrattismo ha
indubbiamente svolto un ruolo ben preciso, ma che non
potrà non restare limitato nel tempo: è
stato un balzo fuori della realtà, universalmente
sentito, ma soltanto un balzo.
L'Arte contemporanea dovrà riappropriarsi di
quei valori ed esigenze di equilibrio e di identificazione,
senza dei quali, non potendo tradurre gli impulsi personalissimi
del suo spirito, ogni artista finirebbe per essere riassorbito
nell'anonimo e nel collettivo (un aspetto della pittura
presente fin dalle origini: si pensi ad esempio all'arte
araba). Un' arte senza soggetto, né oggetto,
è un'arte senza contenuto e di conseguenza non
è più arte, ma semplice decorazione.
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