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Il Primo
Manifesto del SOSTANZIALISMO
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Mi è stato chiesto con bonaria sufficienza:
"Ma perché vuoi creare un altro "ismo"? Non ne abbiamo
già troppi?". Ebbene, io non credo che l'umanità sia stanca
di "ismi" perché ne cerca e ne cercherà sempre. Noi ne
cerchiamo e ne cercheremo ancora, perché ci è mancato
e ci manca un "ismo" che ci soddisfi e si adatti a noi
come l'abito che portiamo (allo stesso modo i figli modificano
gli abiti paterni, perché meglio rispondano al loro gusto
e alle loro esigenze di posteri). Nel campo dell'arte
il senso di transitoriètà delle forme e dell'espressione
è più profondamente sentito di quanto possa sembrare.
Di qui il nascere e l'affermarsi di nuove tendenze in
contrasto e per reazione alle teorie imperanti. Cercherò
quindi , prima di esporre i postulati del mio "sostanzialismo",
di sgombrare il terreno dall'enigma inquietante dell'
Astrattismo.
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Astrattismo |
E' generale convinzione che l'Astrattismo
sia l'ultima tendenza in ordine di tempo della pittura
contemporanea, anzi un movimento d'avanguardia promosso
da pochi audaci che stanno per divenire legioni. Artisti
di una certa rinomanza si attribuiscono orgogliosamente
la paternità di questo movimento che, nelle speranze degli
ultimi suoi fautori, dovrebbe segnare l'inizio di un nuovo
evo figurativo.
Il primo quadro astratto, un acquerello, sarebbe stato
dipinto da Kandinsky nel 1910, mentre il surrealista Picabia,
tre anni prima, avrebbe eseguito disegni non figurativi.
La nascita del Cubismo prima e del Futurismo poi tendenze
dell'arte più rispondenti alle esigenze del tempo faranno
dimenticare queste prime manifestazioni che da tali movimenti
saranno assorbite, forse perché l'Astrattismo non ebbe
subito una precisa caratterizzazione e non era ancora
ispirato ad un'estetica ben definita.
Nel 1926 Mondrian riprenderà il discorso dal principio
col suo neo plasticismo e la sua teoria dell' elementarismo,
ma in sostanza si può affermare che Cubismo, Futurismo
e Astrattismo rappresentano i diversi aspetti di uno stesso
problema.
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Cubismo |
Fusa nel crogiolo degli Impressionisti
la natura perde la sua struttura "consueta" per assumere,
con i Cubisti, una struttura cristallina, poliedrica.
Il gelo della conoscenza, che ad apertura di secolo parve
illuminare una sparuta pattuglia di artisti, provoca in
Arte ciò che in chimica è la sublimazione: la vampata
romantica si esaurisce e si dissolve nelle mille particole
iridate dei quadri di Monet; uomini, piante, animali sono
pietrificati, fermi nel tempo. I Cubisti, gli uomini che
hanno trovato un nuovo senso plastico, analizzano questa
natura a colpi d'ascia o di bisturi.
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Futurismo |
A questa stasi della natura, a quel freddo
distacco da geometri, si oppose il Futurismo italiano
di Umberto Boccioni con il suo dinamismo, che si proponeva
di unire gli sforzi impressionisti e gli sforzi cubisti
in un tutto per dare una forma unica, integrale e dinamica
all'idea di vibrazione (dinamismo impressionista) e all'idea
di volume (statica cubista): " Se per gli Impressionisti
l'oggetto è un nucleo di vibrazioni che appaiono come
colore, per i Futuristi l'oggetto è un nucleo di direzioni
che appaiono come forma. Nella caratteristica potenzialità
di queste direzioni noi troviamo lo stato d'animo plastico…Occorre
che le sensazioni naturali suggeriscano al pittore degli
stati di colore, degli stati di forma, in modo che forme
e colori esprimano in sé, senza ricorrere alla rappresentazione
formale degli oggetti, né di parte di essi. I colori e
le forme devono perciò divenire concetti architettonici…dettare
attraverso l'emozione il ritmo di segni, volumi, piani,
gamme astratte e concrete, che saranno per l'occhio ciò
che il sonoro e non la musica sono per l'udito…Occorre
quindi che le forme e i colori rappresentino e comunichino
un'emozione plastica, avvolgendo nel ritmo plastico colui
che osserva, ricorrendo il meno possibile alle forme concrete
(oggetti) che lo hanno suscitato". (U.Boccioni, Estetica
e Arte futuriste, Milano, 1946)
E' questa la parte più audace della teoria boccioniana,
che rasenta l'assurdo quando afferma l'esigenza della
simultaneità, quale meta inebriante dell'arte futurista
,che si ottiene creando "un nuovo dramma nel quadro che
ci dia la possibilità di riunire, per esempio, attorno
al l'oggetto che ci sta davanti agli occhi, elementi o
parti (analogicamente necessarie) degli oggetti che ci
stanno intorno, dietro le spalle, lontano da noi, che
passarono, ci commossero e non torneranno più". (U.Boccioni,
opera citata)
Simultaneità, dunque è l'assurdo che scompone la serie
temporale, per cui al presente si unisce il passato; la
visibilità diventa allora un fatto complesso, non più
angolare-prospettico, ma circolare-poliedrico: "Non si
tratta come tutti credono di fare soltanto una pittura
astratta, intellettuale: si tratta, oltre a ciò, di attuare
e rendere plastico e concreto, attraverso un raffinamento
della sensibilità, quello che finora era considerato incorporeo,
implasmabile, invisibile". (opera citata)
Teoria quasi intraducibile in pratica, almeno con i mezzi
oggi disponibili al pittore, il Futurismo potè offrire
soltanto presupposti tecnici all'Astrattismo che stava
dilagando ormai in tutto il mondo come espressione del
suo tempo: l'umanità era in fuga dopo la strage, in fuga
dalla paura, dalla caduta di valori e di ideali . L'Astrattismo
con i suoi postulati non figurativi ha aderito al senso
di catastrofe che pervase l'umanità' subito dopo lo scoppio
di Hiroshima.
Le naturali tendenze all'imitazione e riproduzione della
realtà oggettiva, che costituivano un intangibile privilegio
dell'uomo e che con il classicismo ed il romanticismo
avevano soddisfatto anche l'esigenza umana di identificazione
con la propria opera. L'Astrattismo rifugge dall'imitazione
della realtà, come da un pericolo. E' la nostra vita di
ogni giorno che gli appare come un enigma.
L'Astrattismo è la conferma della nostra impotenza di
fronte a questo enigma, la dimostrazione della squallida,
scoraggiante incapacità dell'artista di svolgere il suo
ruolo di interprete del proprio tempo. Insofferente ad
ogni richiamo procede in questa ansia di significare,
ma senza quegli impulsi spirituali che davano fascino
alle tendenze innovatrici che l'hanno preceduto, dal Cubismo
al Surrealismo.
I posteri, forse, ci invidieranno questo periodo di transizione
di un'Arte ancora tutta da scoprire, in cui l'uomo come
un forsennato picchia disperatamente a tutte le porte.
Un periodo in cui l'Astrattismo ha indubbiamente svolto
un ruolo ben preciso, ma che non potrà non restare limitato
nel tempo: è stato un balzo fuori della realtà, universalmente
sentito, ma soltanto un balzo.
L'Arte contemporanea dovrà riappropriarsi di quei valori
ed esigenze di equilibrio e di identificazione, senza
dei quali, non potendo tradurre gli impulsi personalissimi
del suo spirito, ogni artista finirebbe per essere riassorbito
nell'anonimo e nel collettivo (un aspetto della pittura
presente fin dalle origini: si pensi ad esempio all'arte
araba). Un' arte senza soggetto, né oggetto, è un'arte
senza contenuto e di conseguenza non è più arte, ma semplice
decorazione.
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Postulati
del Sostanzialismo |
Il Sostanzialismo propone di portare
nell'opera d'arte tutto ciò che il vedere dà come nozione
ed esperienza come pretesto da elaborare nella fantasia
per poi tradurlo in linee, forme, colori.
Il Sostanzialismo di tutto si serve e tutto assorbe: natura,
storia, gusto, moda, scienza, filosofia per immedesimarsi
con l'innata tendenza umana al conoscere: le grottesche
ed eroiche "rinunce" di tutti i movimenti post-impressionisti,
se a suo tempo furono necessarie, oggi risultano inutili.
E' noto come ogni spunto d'immagine sia stata abolita
dal quadro per un'acuta aspirazione alla "pittura pura":
si finì col togliere perfino i colori, sostituendoli con
altri ingredienti, da disciplinare di volta in volta,
a seconda della loro natura, il che aprì definitivamente
la via all'irrazionale e al caos.
Bisogna ricominciare il discorso, sostituendo al contenuto
ideale, spesso astruso e incomunicabile, un contenuto
reale, attraverso elementi formali non soltanto allusivi
, ma concreti e validi per se stessi.
La percezione visiva, non più considerata soltanto in
funzione dell'atteggiamento mentale di fronte ai dati
della visione, sarà anche favorita da nuovi veicoli d'espressione,
aggiunti ai soliti elementi formali, che sono propri dell'oggetto,
esistono all'interno di esso e sono mascherati dalla normale
apparenza oggettiva:
Se per Wolfflin le forme sono vuote possibilità, vuoti
recipienti, nei quali si possono versare i più diversi
contenuti espressivi, nel Sostanzialismo le forme rappresentano
la somma degli elementi espressivi, tratti dall'esterno
e dall'interno dell'oggetto, rivelato dall'arte nelle
sue intime strutture, nelle sue funzioni e nel suo uso.
Questa apertura dell'oggetto non vuol essere una violazione,
ispirata dalla anarchia intellettuale, come avvenne nel
caso dei Cubisti, è un'esigenza ineluttabile di maggiore
e più penetrante forza d'intuizione: l'Arte moderna oggi
può disporne.
E' affidato all'Arte il compito di assuefare gli uomini
alle nuove presenze oggettive, rese ostili e spaventose
dalla nostra indifferenza e dal nostro agnosticismo: non
si può restare più a lungo insensibili di fronte alla
forza emotiva delle cose, che scienza e tecnica trasformano
continuamente sotto i nostri occhi.
Il nostro spirito di ricerca possiede oggi tutti gli elementi
e la carica necessaria per afferrare "il potenziale dinamico
dell'oggetto", perché diventi fattore integrante della
percezione visiva.. Oggi sappiamo che l'inerzia di un
oggetto è soltanto apparente: il suo sostanziale divenire
nel tempo e nello spazio, la sua organizzazione e la sua
funzionalità ci sono noti o intuibili.
Nasce così una realtà più complessa ma più completa di
quella ordinaria: al dato sensibile si aggiunge l'intuizione
dell'oggetto nella sua totalità, facendo ricorso anche
ad una realtà allegorica, dilatata in uno spazio partecipe
e mutevole, in c ui l'emozione dell'artista agisce per
affermare valori apparentemente imponderabili, che sono
tuttavia presenti nella nostra memoria e nella nostra
immediata sensibilità e che si fondono e traducono in
un tutto nuovo risultante del nostro complesso sentire,
una sostanza estrinsecabile con tanta maggiore validità,
quanto più alta sarà la vibrazione del nostro pensiero
e della nostra sensibilità.
E' possibile così che il pittore e con lui l'osservatore
della sua opera siano non più limitati nel loro isolamento
umano ma si sentano coinvolti ed partecipi di una conoscenza
e quindi di una rappresentazione della realtà più amplificante
e trascendente.
"Intrinsecità di rappresentazione e funzione, unità dell'oggetto
contemplato e dell'oggetto incontrato. La forma, nascendo
dalla funzione, la assorbe in sé e la rappresenta nella
presenza dell'oggetto, la cui esteticità non respinge
la funzione e nemmeno la cela, ma nell'esibire la funzione
riconverge in lei una qualità, quella dell'oggetto contemplabile,
la cui funzione, abbandonata a se stessa nell'estrinsecazione
della forma, procrastinerebbe senza fine l'avvento," (R:
Assunto, L'integrazione estetica, Milano, 1959). Questo
nuovo modo d'espressione non necessariamente legato ad
una tecnica, ma libero nel suo fare consentirà all'Arte
di riavere il suo ruolo nel vasto mondo della cultura
e della ricerca del senso delle nostre quotidiane avventure.
Dopo l'immane catastrofe dell'ultima guerra mondiale l'Arte
aveva tagliato di colpo tutti i ponti con la realtà, rifugiandosi
nel rarefatto mondo delle idee, ma non si può rimanere
a lungo sospesi nel vuoto. L' Astrattismo, punto culminante
della crisi, è una premessa, un passaggio obbligato per
giungere ad una manifestazione d'arte più completa e comlpessa.
Accennerò qui ai tentativi intorno ad una pittura astrattomusicale
adombrata da Kandinsky, tenendo conto dell'espressione
auditiva fdei colpi di tamburo che ci dà il rosso vermiglione
e dei toni profondi di blu che si vedono nelle note dell'organo:
Le condizioni politiche e sociali e quindi quelle spirituali
del tempo non furono propizie all'avvento del neoplasticismo
di Mondrian che profeticamente scriveva nel 1926: "Par
sa nature universelle, la nouvelle plastique se manifestera
comme peinture, sculpture, architecture, musique (quand
les moyens d'expression en saront trouver) et créera,
dans l'avenir, une societé plus equilibrée, où la matière
et l'esprit seront en equivalence". (da: Cahier d'Arte,
Paris, 1926).
L'Arte oggi può e deve abbandonare ogni titubanza, ogni
rinuncia e riprendere la sua funzione anticipatrice, specialmente
in questo tempo, in cui l'umanità si isola o almeno tende
a ritrarsi, atterrita di fronte alle possibilità distruttive
offertegli dalle sue stesse realizzazioni, anche se molti
affermano che l'arte è precipitata nell'improvvisa voragine
spalancatasi nell'atollo di Bikini e poi ad Hiroshima
e Nagasaki.
L'uomo deve, invece, guardare all'oggi ed al futuro, riappropriandosi
di tutti i valori e qualità che fanno di lui il centro
responsabile di ogni sua azione o decisione nei confronti
dell'universo che lo circonda.
Per quanto riguarda l'Arte, occorre un nuovo atteggiamento
dell'Artista, che è soprattutto impegno morale, per superare
l'approccio percettivo esteriore, cioè compiuto intorno
all'oggetto, di cui si è occupata finora l'estetica tradizionale.
E' una grande impresa!
Il Sostanzialismo non offre, quindi, postulati tecnici
di uso immediato o una ricetta per la determinazione di
una nuova realtà pittorica; va inteso per ora, nella sua
prima manifestazione, soprattutto come una presa di posizione
contro la degenerazione dell'Astrattismo e della "peinture
informe", contro quell'elaborazione unilaterale del sentimento
estetico, che si preoccupava essenzialmente di reazioni
soggettive e lasciava ultimamente non partecipe la natura
esteriore ed il mondo oggettivo.
Occorre, tuttavia, riconoscere ai Cubisti il merito di
avere per primi superato questo modo egoistico di "autofruizione":
spezzando l'oggetto, violando l'ordine dell'apparenza
ed armonia formale, essi hanno segnato una tappa decisiva
nella storia dell'Arte.
Questa visione del mondo nella sua interezza e complessità
diventerà sempre più amplificata in avvenire, quando l'uomo,
arricchendo sempre più il suo spirito, integrerà spontaneamente
l'Arte con la Scienza.
Arte sapiente, dunque, in opposizione all'Astrattismo,
all'Art Brut, alla "peinture naive": il Sostanzialismo
propone all'artista un nuovo atteggiamento ed un nuovo
impegno, che è soprattutto morale, ma anche culturale.
Non si legherà, tuttavia, ad una tecnica scientifica;
sarà, quindi, diversa dalla Scienza, in quanto questa
com'è noto guardando la natura intravvede delle ipotesi,
di cui cerca la verifica nei dati dell'esperienza, mentre
l'Arte, guardando la natura, formula anch'essa delle ipotesi,
ma non si preoccupa di giustificarle, essendo i suoi fini
più vasti, trascendendo il pratico e l'utile.
L'Arte ha altre risorse, imponderabili e misteriose, connesse
alle più vive e sublimi esigenze dello spirito che cerca
la verità. In quest'ambito il Sostanzialismo propone,
non tanto un nuovo modo di dipingere, quanto un nuovo
modo di essere e di guardare la realtà nel suo divenire
e nella sua essenza.
Posso fare un esempio: se io disegno, imitandole, una
lampadina elettrica ed una lampada termoionica, risulteranno,
dal punto di vista formale, due disegni identici, mentre
gli oggetti considerati sono diversi, come diversa è la
loro funzione. Con la proposta sostanzialista nel mio
disegno cercherò di tradurre, oltre all'ordine formale
proprio dell'oggetto, ciò che esso ha di assoluto, d'inconfondibile
e che, estrinsecandosi, tenderà a distruggere l'ordine
proprio della sua normale apparenza e rappresenterà una
realtà, ion cui l'emozione dell'artista agisce come affermazione
di valori apparentemente imponderabili, ma che sono anche
nella memoria e nella sensibilità dell'osservatore e che
gli permetteranno di fruire dell'opera d'arte con tanto
maggiore validità, quanto più alta, acuta e coordinatrice
sarà la vibrazione del pensiero e della sensibilità.
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