| "Dall'informe 
                                al razionale", (Torino, tipografia Allais, 
                                1963), è uno studio delle origini e dei 
                                contenuti dell'Astrattismo, confrontato con lo 
                                sviluppo contemporaneo della scienza, della tecnica 
                                e della ricerca in generale. In quest'ambito dinamico 
                                e complesso l'Autore ribadisce la necessità 
                                di restituire all'Arte autorità ed autonomia, 
                                poiché essa, quando è autentica, 
                                scaturisce dal nucleo centrale del sapere umanistico 
                                e scientifico, considerato come un insieme e non 
                                come un mondo diviso fra due culture non comunicanti 
                                o peggio in contrasto fra loro. 
                                 In entrambi i campi, infatti, lo scopo è 
                                  la ricerca e l'intuizione del reale, la cui 
                                  fruizione non può prescindere dai risultati 
                                  dell'osservazione, sia essa sperimentale, occasionale 
                                  o involontaria. Tale osservazione, però, 
                                  non dovrà più avvenire attraverso 
                                  uno sguardo strisciante sulla superficie degli 
                                  oggetti, quasi eseguendo un excursus visivo 
                                  intorno ad essi, ma dovrà considerare 
                                  la loro struttura ed i meccanismi interni, estrinsecando 
                                  , nel rappresentarli, la loro natura e funzione. 
                                  Il risultato sarà un complesso grafico 
                                  e formale, capace di esaurire la vera essenza 
                                  dell'oggetto: la sua sostanza.  
                                Per "sostanziale" si intende una 
                                  visione artistica dell'oggetto, che tenga conto, 
                                  non solo delle sue qualità oggettive 
                                  (qualità, quantità, composizione,ecc.) 
                                  o soggettive (derivanti dalla somma delle emozioni 
                                  e suggestioni che l'oggetto provoca, variando 
                                  a seconda delle diverse esperienze, sensibilità 
                                  e culture), ma anche delle sue possibilità 
                                  di fruibilità, degli effetti che esso 
                                  può produrre, compresa la funzione d'uso 
                                  cui è destinato. 
                                L'ultima parte del testo contiene una prima 
                                  stesura del "Secondo Manifesto del Sostanzialismo", 
                                  che sarà presentato nella sua forma definitiva 
                                  con la conferenza "Per una nuova idea dell'Arte", 
                                  tenuta al Circolo degli Artisti di Torino il 
                                  20.2.1984. 
                                Nel "Secondo Manifesto del Sostanzialismo" 
                                  l'Autore afferma: "Supporre una nuova morfologia, 
                                  fuori dalla realtà ordinaria, può 
                                  servire ad allargare i nostri orizzonti e a 
                                  favorire le nostre indagini, ma ci porta lontano 
                                  dai nostri immediati interessi e da tutto ciò 
                                  che condiziona il nostro spazio vitale. 
                                Le nuove categorie oggettive sono già 
                                  in noi, perché sorgono spontanee e in 
                                  relazione a ciò che noi  
                                  riusciamo ad assorbire dal mondo oggettivo e 
                                  dalla natura, ma esistono anche fuori di noi. 
                                  Per reperirle bisogna aprire l'oggetto. 
                                Questa apertura non vuol essere una specie 
                                  di violazione, ispirata da un'anarchia intellettuale, 
                                  come avvenne nel caso dei Cubisti: essa è 
                                  diventata ineluttabile per una più potente 
                                  e penetrante forza, di cui l'Artista oggi dispone. 
                                E' affidato all'Arte il compito di indurre 
                                  gli uomini ad assuefarsi alle nuove presenze 
                                  oggettive che ci circondano, rese ostili e spaventose 
                                  dalla nostra indifferenza e dal nostro agnosticismo, 
                                  mentre non si può più a lungo 
                                  restare insensibili di fronte alla forza emotiva 
                                  delle cose che la scienza e la tecnica trasformano 
                                  continuamente sotto i nostri occhi. 
                                Il nostro spirito di ricerca possiede oggi 
                                  tutti gli elementi e la carica necessaria per 
                                  afferrare e possedere il potenziale dinamico 
                                  dell'oggetto, affinché diventi fattore 
                                  integrante della percezione visiva". 
                                   
                                  (tutti i diritti sono riservati) 
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